Parola di Mamma 25 Marzo 2021

Inappetenza nei bambini: Che fare? 7 preziosi consigli

Inappetenza nei bambini: Che fare? 7 preziosi consigli

Il tuo bambino serra la bocca, si copre gli occhi con le manine e non vuole saperne niente della pappa che fino a qualche mese prima adorava? Il calo dell’appetito dopo il primo anno di età, è una fase molto frequente tra i bambini.

Dopo i primi 12 mesi, i piccoli crescono rapidamente, fino a triplicare il loro peso di nascita alla fine di questo arco temporale. A compimento dell’anno, si assiste a un naturale rallentamento del ritmo di crescita, associato spesso a un calo dell’appetito e della quantità di cibo consumato nelle 24 ore.

Calo di appetito nei bambini: 7 consigli

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Per quanto si tratti di una fase piuttosto comune, è d'altronde normale che i genitori si preoccupino vedendo il figlio rifiutare il cibo. Ne provi di tutti i colori, cucini varianti di tutti i tipi, le cambi la postazione dove mangiava fino a ieri, proponi cibi colorati e inventi storie fantastiche pur di fargli aprire la bocca! Ma spesso tutto questa fatica è vana. La pappa resta lì e spesso finiamo col mangiarla noi!

Quindi che fare? Di seguito qualche utile consiglio:

  • Continua a proporre cibi salutari: non demordere! Non proporre cibo spazzatura (merendine, patatine e simili) pur di vedere tuo figlio mangiare. Questo lo indurrebbe ancora di più a serrare la bocca davanti ai pasti salutari.
  • Non interagire con smartphone e dispositivi informatici: sebbene sarebbe meglio spegnere del tutto tv e cellulare, dall’altra possiamo sempre trovare un compromesso a riguardo. Mettergli in tv -piuttosto che sul cellulare- il suo cartone preferito, non è poi così grave, altra cosa se questo presuppone un’interazione diretta con il dispositivo. In questo caso infatti, si crea un distacco totale dal momento della pappa con conseguente calo dell’attenzione verso ciò che si sta mangiando.
  • Resistere alle tentazioni: quando possibile, è consigliabile che tutta la famiglia mangi le stesse pietanze e ‘resistere’ nel preparare altro, se il bambino rifiuta il pasto. Questo provocherebbe un aumento della sua selettività a tavola (picky eaters è il termine inglese impiegato nei confronti dei bambini che mangiano selettivamente pochissimi alimenti).
  • Piccole porzioni: se siamo nella fase inappetente, inutile proporre piatti colmi fino all’orlo, perché questo potrebbe scoraggiare il bimbo ancor prima di cominciare. Dalla serie: l’appetito vien mangiando!
  • Varia con gli alimenti: suggerisci cibi vari e sani, soprattutto frutta e verdura e alimenti a ricco contenuto proteico come carne e pesce, in modo da fare assaggiare cibo di varia consistenza e natura.
  • Non stancarti di riprovare: ritenta e sarai più fortunato (speriamo!) continuiamo a riproporre a distanza di una settimana o poco più, i cibi rifiutati. Con i bambini tutto è imprevedibile e niente è scontato!
  • Preparare piatti apparentemente gradevoli: nessun corso di Masterchef, ma magari possiamo realizzare una faccina simpatica servendoci di qualche polpettina e una carotina; oppure, se compriamo dei bastoncini di pesce, questi possono essere invitanti nell’essere consumati con le manine e così via (verso i 2 anni, i bimbi iniziano a voler mangiare e bere in autonomia e può accadere che preferiscano le mani alle posate). Insomma: anche l’occhio vuole la sua parte!

E sulla questione “premio” come la mettiamo?

Bene. Tema dolente per molti genitori, nonni e babysitter (insomma per coloro che accudiscono il bambino durante il pasto). Se il piccolo mangia ‘tutto tutto’ possiamo gratificarlo con un pezzetto di cioccolata o simili?

Da un punto di vista pedagogico non è proprio l’atteggiamento più corretto da mettere in atto, dato che significherebbe tradurre la situazione in questi termini: “se mangi tutto il pesce (che è brutto e cattivo), ti offro come premio la cioccolata (che è bella e buona)”.

Messa così è davvero terrificante! Come ben sappiamo però, in medio stat virtus: al cibo spazzatura si può sempre proporre una ‘merendina’ e snack appositamente ideati per i bambini. L'importante è non dimenticarsi di leggere l’etichetta!

In conclusione: mio figlio non mangia, che fare?

Abbiamo quindi evidenziato come un calo dell’appetito dopo il primo anno di età, sia una condizione piuttosto comune fra i bambini e che noi genitori non dobbiamo preoccuparci troppo o assillare i nostri figli se rifiutano il pasto.

Si tratta solitamente di inappetenza transitoria, che in genere non provoca sintomi e si risolve spontaneamente. Se insomma nostro figlio continua a crescere, non presenta sintomi di disidratazione e/o carenze nutrizionali, possiamo restare sereni.

Di contro, se noti una possibile comparsa di questi sintomi, non devi assolutamente allarmarti: il medico potrebbe diagnosticare un disagio di lieve entità, come i disturbi della dentizione, che può interferire con l’alimentazione del bambino (senso della fame, alterazione del gusto ecc.)

È bene comunque contattare sempre il proprio Pediatra di fiducia, che saprà individuare le cause dell’inappetenza e offrire un prezioso contributo alla famiglia nella risoluzione del problema.

Le parole d’ordine se nostro figlio non mangia? Pazienza, amore e tranquillità.

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Articolo pubblicato da Alessia Amitrano

Mi chiamo Alessia e lavoro da anni come esperta di contenuti digitali presso Emmemedia. La passione per la scrittura e la mia innata curiosità, mi hanno spinto a conseguire una laurea in Filosofia e Comunicazione e un'altra in Scienze della Formazione Primaria. Da sempre affascinata all'universo dei bambini, ho lavorato in passato come educatrice. Una passione sempre più forte, determinata dalla nascita della mia bambina.

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