Alimentazione 27 Gennaio 2020

Etichette alimentari: le 5 cose che (forse) non sapevi

Etichette alimentari: le 5 cose che (forse) non sapevi

Le etichette degli alimenti sono vere e proprie carte di identità: forniscono tutte le informazioni necessarie ai consumatori affinché vengano fatte scelte alimentari consapevoli. 

I Consigli

La vita di una mamma è fatta di tanti momenti; uno in particolare, però, rappresenta un vero momento di frenesia: fare la spesa!Spesso quando scegliamo un prodotto, soprattutto nel caso degli alimenti, veniamo guidati da diverse motivazioni: abitudine, consiglio di un amica o di un esperto, marchio, colori accattivanti della confezione e prezzo. Questi fattori però, non devono essere gli unici da tenere in considerazione. Vi siete mai chiesti cosa sia contenuto negli alimenti che acquistiamo? Riuscite ad identificare l’ingrediente primario?  Sapete se il prodotto contiene additivi? 
Per tutte queste informazioni (e molte altre ancora), ci sono le etichette alimentari!Le etichette degli alimenti sono vere e proprie carte di identità: forniscono tutte le informazioni necessarie ai consumatori affinché vengano fatte scelte alimentari consapevoli. Saperle leggere ed interpretare ci permette di riuscire a giudicare, con un occhio più attento, quale sia il prodotto che fa più al caso nostro.
Ecco 5 cose che (forse) non sapevi sulle etichette alimentari:

Sai leggere la lista ingredienti?

E’, probabilmente, la prima informazione a cui i consumatori pongono attenzione per scegliere se acquistare o meno un prodotto. Potrebbe essere allora utile sapere questa lista non è scritta in modo casuale, nessun ingrediente può essere omesso dall’elenco e si deve seguire un ordine decrescente di peso: il primo ingrediente, quindi, sarà il più abbondante.

Sai cos’è l’ingrediente primario? 

Spesso, il primo ingrediente citato in lista è anche l’ingrediente primario ovvero quello che rappresenta più del 50% dell’alimento. Se l’etichetta alimentare riporta informazioni che rischiano di confondere il consumatore (come, ad esempio, l’indicazione dello stabilimento di produzione), allora è necessario specificare l’origine dell’ingrediente primario. Facciamo un esempio: se in un sacchetto di patatine è riportato lo stabilimento di produzione con sede sul territorio italiano, ma le patate (ingrediente primario) provengono da un paese terzo, allora è obbligatorio specificarne l’origine. 

Sai cos’è il QUID?

Il QUID è l’indicazione della quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti ed è obbligatoria in 3 casi specifici: 

  • quando l’ingrediente o gli ingredienti figurano nella denominazione di vendita dell’alimento. Ad esempio, se acquistiamo una confezione di biscotti alle nocciole, le nocciole rappresentano l’ingrediente caratterizzante che differenzia questi biscotti da altri senza nocciole: occorre riportarne la quantità in lista ingredienti.

  • quando l’ingrediente o gli ingredienti sono evidenziati nell’etichettatura mediante parole, immagini o rappresentazioni grafiche. Ad esempio, se scegliamo di acquistare un latte di crescita – ovvero un alimento destinato ai bambini da 1 a 3 anni di età- l’ingrediente latte e la sua quantità dev’essere dichiarata in etichetta. Allo stesso modo, se sull’etichetta di un prodotto è rappresentata una mucca, si presuppone che il prodotto contenga ingredienti lattiero-caseari (come il butto o il latte) ed il QUID deve essere riportato. 

  • quando la denominazione usuale dell’alimento rischia di confondere il consumatore nella scelta tra vari prodotti che hanno tutti lo stesso nome (ad esempio, su una confezione di chili con carne va specificata la quantità di carne di manzo tritata contenuta).

Sai cosa sono gli additivi? 

Pur senza valore nutritivo, nella lista ingredienti devono essere contenuti anche tutti gli additivi utilizzati per la preparazione o il confezionamento dell’alimento: gli additivi non aggiungono potere nutrizionale al prodotto, ma ne migliorano alcune caratteristiche tra le quali il tempo di conservazione, la densità, il colore, l’odore o l’aspetto.
In genere questi composti, quando presenti, figurano in fondo alla lista (perché la loro quantità è esigua) e possono essere indicati con il loro nome esteso oppure con un codice numerico, preceduto dalla lettera E.
Il Regolamento Europeo 1333/2008 stabilisce quali additivi possono essere utilizzati negli alimenti, quali sono le quantità massime e quali le restrizioni per l’uso.  Degli oltre 1500 additivi autorizzati per l’uso, poco più di una ventina sono quelli ammessi per la preparazione degli alimenti per i lattanti (da 0 a 12 mesi) ed i bambini nella prima infanzia (da 1 a 3 anni di età): sono esclusi da questa autorizzazione i conservanti, i coloranti e gli additivi per edulcorazione.

Sai qual è la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione?

Le diciture “da consumare entro il…” e “da consumarsi preferibilmente entro il…” si riferiscono, rispettivamente, alla data di scadenza ed al termine minimo di conservazione. La prima indica il termine entro il quale l’alimento va necessariamente consumato perché dopo quella data è considerato pericoloso per la salute. La seconda, invece, indica un termine entro cui l’alimento può essere consumato, passato il quale il prodotto perderà le sue caratteristiche organolettiche (ad esempio, i biscotti oltre il termine minimo di conservazione potrebbero risultare meno fragranti e saporiti) ma risulterà comunque sicuro per la salute dei consumatori (a patto che venga conservato bene!).
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Articolo pubblicato da Redazione

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